"Il fascino e gli echi storici dei giardini pensili di
Babilonia, costruiti dal Re Nabucodonosor II, e la suggestione delle città del futuro. Le foreste urbane, ovvero gli spazi verdi ricreati su mura, balconi e tetti di grandi palazzi, stanno cambiando il
profilo delle metropoli. Non solo per il valore
estetico, ma, soprattutto, per quello
ambientale. Questi progetti permettono di unire la bellezza ad un
aiuto concreto per l’ecosistema: sono in grado di abbassare le temperature di qualche grado, creando ombra, assorbono l’inquinamento e contribuiscono ad aumentare la sensazione di benessere di chi vive o lavora al loro interno.
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Il Caixa Forum di Madrid, galleria d’arte ideata dagli architetti Herzog & de Meuron. Il giardino verticale è del designer Patrick Blanc Spain |
L’urbanista e professore alla Leeds Beckett University
Alan Simson ha lanciato su The Conversation , testata che riunisce interventi di intellettuali e accademici, una suggestione interessante: quella della
Treetopia , l’utopia degli alberi. Un’idea di città in cui le piante diventano protagoniste ovunque, negli spazi pubblici e in quelli privati, nei parchi e sulle case.
In Italia, e nel mondo, il simbolo del nuovo corso architettonico è ormai il Bosco Verticale di Milano. E' stato inaugurato nell’ottobre 2014 e ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui l’Highrise Award, che ogni due anni premia il grattacielo più bello del mondo. Ma gli esempi sono tantissimi. Dalle 44.000 piante e oltre 200 specie di fiori che adornano la facciata del centro commerciale Fiordaliso di Rozzano (Milano), disegnato da Francesco Bollani, alle spettacolari terrazze dell’hotel Parkroyal di Pickering, Singapore, fino alle torri verdi del Blues Mountains a Sidney o a quelle scenografiche dell’Agorà Garden di Taipei a Taiwan, capaci di assorbire oltre 130 tonnellate di CO2 all’anno."
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