In particolare mi hanno colpito due conseguenze di questa pandemia.
Il primo punto riguarda i diritti. Perché se alcune delle misure più restrittive sono giustificate da ragioni sanitarie e hanno un limite temporale, altre sono solo un pretesto per inaugurare o proseguire politiche lesive dei diritti individuali e del pluralismo individuale e che vedono l'accentramento dei poteri. E questo non accade lontano da noi, ma in Europa. Ne sono esempio l'Ungheria, il cui primo ministro Orban ha ottenuto pieni poteri per combattere la pandemia fino alla fine dell'emergenza, per la quale non sono stati fissati limiti temporali. In Polonia e negli Stati del Texas e Ohio è diventato molto difficile abortire, diritto delle donne. In Slovenia sono stati conferiti poteri speciali al premier per aggirare le opposizioni e il parlamento. In Cambogia, Filippine, Uganda e Thailandia le forze dell'ordine sono responsabili di numerosi abusi e sono previste censure sui social media e mezzi di informazione.
Queste situazioni sono pericolose.
HUMAN RIGHTS! |
Il secondo riguarda i media: in televisione e alla radio non si faceva altro che parlare di questo. In prima serata il tema principale di ogni programma era il coronavirus; va bene che è un problema e quindi bisogna informare i cittadini ma molte volte a mio parere se ne parlava veramente troppo e spesso ci si focalizzava sulle cause e le origini del virus invece che concentrarsi sugli effetti dello stesso.
Anche i telegiornali erano diventati monotematici, a tal punto che sembrava che tutti i problemi precedenti al virus fossero misteriosamente scomparsi: le guerre fossero finite, i flussi migratori dall'Africa e dal Medio Oriente verso l'Europa fossero esauriti, il problema dell'inquinamento ambientale non esistesse più. Tutto taceva.
Quindi questo per dire che tutte le tematiche che non fossero riconducibili al virus, anche quelle più importanti, fossero state accantonate; a mio avviso commettendo un errore.